Giuseppe Impastato, detto anche Peppino, nasce a Cinisi, in provincia di Palermo, il 5 gennaio 1948. Il padre Luigi, lo zio e altri parenti erano mafiosi. Peppino rompe presto i rapporti con il padre, che lo caccia di casa, e avvia un’attività politico-culturale di sinistra e antimafia.
Nel 1976 costituisce il gruppo Musica e cultura, che svolge attività culturali (cineforum, musica, teatro, dibattiti); nel 1977 fonda Radio Aut, una radio libera autofinanziata, con cui denuncia i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini, in primo luogo del capomafia Gaetano Badalamenti, che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga, attraverso il controllo dell’aeroporto di Punta Raisi.
Nel 1978 si candida nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali, ma non fa in tempo a sapere l’esito delle votazioni perché viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio da Gaetano Badalamenti. Pochi giorni dopo gli elettori di Cinisi hanno votato comunque il suo nome, riuscendo ad eleggerlo simbolicamente al Consiglio comunale.
Il delitto, avvenuto in piena notte, passa inosservato, poiché una decina di ore dopo viene ritrovato il corpo senza vita del presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro, in via Caetani a Roma.
Le indagini sulla morte di Peppino sono depistate fin dall’inizio: si parla di un attentato terroristico o di un probabile suicidio. La matrice mafiosa del delitto viene individuata grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Bartolotta (1916-2004). Sulla base della documentazione raccolta e delle denunce presentate viene riaperta l’inchiesta giudiziaria. Il 5 marzo 2001 la Corte d’assise riconosce Vito Palazzolo colpevole e lo condanna a 30 anni di reclusione. L’anno dopo arriva anche l’ergastolo per Gaetano Badalamenti.
[Testo riadattato da Wikipedia]